“Sono diventato
la barca, la strada e il ponte
di coloro che desiderano
raggiungere l’altra riva.
Possa io essere una luce
per chi ha bisogno di luce”.

BODHICARYAVATARA
3,17-18

 

“Così, ecco, genererò
la mente del risveglio
per il benessere
del mondo […].
Oggi la mia nascita
ha dato frutto,
la mia vita umana
è giustificata.
Oggi sono nato
nella famiglia del Buddha,
ora sono figlio del Buddha”.

BODHICARYAVATARA
3,23-25

 

 

“Omaggio a Tara,
l’intrepida e rapida
liberatrice il cui sguardo
ha il saettante bagliore
del fulmine, nata al centro
d’un loto, scaturito
dall’oceano di lacrime
compassionevoli
versate dal Signore
dei tre mondi”.

LE VENTUNO LODI
A TARA

 

 

"Incantevoli fiori e piante
coperte di boccioli variopinti,
insieme a mazzi e ghirlande
squisitamente composti,
colmano la terra e il cielo.
Azzurre nubi estive
create dalle volute turchine
del fumo di dolci
e fragranti incensi
si addensano nei cieli.
La luce che brilla
gioiosamente
da infiniti soli e lune,
da scintillanti gioielli
e da innumerevoli
lampade ardenti
disperde l’oscurità
di tutti i mondi possibili.
Vasti mari d’acque
che esalano fragranze
di zafferano,
sandalo e canfora
fluttuano all’orizzonte.

GURU PUJA
(BLA-MA MCHOD-PA)

 

 

 

Riconoscendo
che tutti gli esseri,
per natura soggetti
alla sofferenza,
sono stati mie madri
e più volte mi hanno
allevato amorevolmente,
chiedo la vostra benedizione
[venerabili Guru],
affinché io possa sviluppare
una compassione profonda,
pari a quella della madre
colma di tenerezza
per il suo prezioso figlio.

GURU PUJA
(BLA-MA MCHOD-PA)

 

 

 

Sognare
che ci vengano offerti
latte o burro
da leggiadre fanciulle
costellate di monili,
o ancora di ricevere
in dono frutta,
preziose erbe medicinali
o gemme
e ghirlande di fiori,
così come sognare
di veder sorgere
il sole o la luna,
di coglier corolle
o di bagnarci in acque
limpide e cristalline:
questi sono, secondo
un testo buddhista
della tradizione dge-lugs,
segni propizi nella pratica
di Sarasvati, sigilli onirici
di benedizione della dea
delle arti e dell’ispirazione.
Tali possano essere
anche i sogni di tutti noi!

 

 

 

Nobile figlio, […]
agisci in modo
da poter riconoscere il Bardo.

In questo momento […]
i fenomeni apparenti
che tu vedrai
saranno irradiazioni e deità.
I cieli ti appariranno
in un azzurro cupo.

Allora, dal Regno centrale
chiamato ‘la forza proiettiva
del seme’ ti si manifesterà
il bhagavān Vairocana
di colore bianco, seduto
sul trono del leone, recando
in mano una ruota a otto raggi
e abbracciato dalla Madre
dello spazio del cielo.

Esso è l’aggregato della
materia, costituita in stato primordiale, che è la luce
azzurra. La saggezza
del Dharmadhātu di colore
azzurro brillante, trasparente, splendido, abbagliante,
scaturirà verso di te dal cuore
di Vairocana il Padre-Madre
e t’investirà con una luce
così brillante che a stento
tu saprai sostenerne la vista.

Con questa luce, ne brillerà
un’altra bianca opaca
che proviene dai deva
e che ti colpirà in fronte.
Per la potenza
del cattivo karma,
la splendida luce azzurra
di saggezza del Dharmadhātu produrrà in te paura e terrore
e la fuggirai. Sentirai invece
una preferenza
per l’opaca luce bianca
dei deva. In quel momento
tu non devi spaventarti
per la divina luce azzurra
che t’apparirà brillante,
abbagliante, splendida:
non devi restarne sorpreso.

È la luce del Tathāgata
chiamata luce della saggezza
del Dharmadhātu.

Riponi in essa la tua fede;
credi in essa; pensa e prega,
nel più profondo di te,
che essa è la luce uscita
dal cuore del bhagavān
Vairocana, venuta
per riceverti nei difficili
passaggi del Bardo.

Questa luce è la luce
della grazia di Vairocana.

BARDO THÖDRÖL  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«SIMBOLISMO E CONTEMPLAZIONE
NELLA TRADIZIONE BUDDHISTA INDO-TIBETANA»

Negli incontri proposti, l’analisi di antichi testi e dipinti esoterici ci permetterà di accostarci alle valenze segrete di divinità, speculazioni mistiche, simboli e oggetti rituali del Buddhismo indo-tibetano. Gra-zie al supporto d’una ricca documentazione visiva, entreremo in con-tatto anche a livello intuitivo e immaginativo con i concetti esposti. Ogni sessione prevede inoltre momenti ludico/esperienziali/medita-
tivi in cui i partecipanti, cantando melodie sacre o dipingendo imma-gini, interiorizzeranno emotivamente quanto appreso. Tutte le ini-ziative illustrate possono essere declinate in diverse forme: seminari di uno o due giorni o corsi serali di varia durata, a Milano o altrove, eventualmente preceduti da conferenze di presentazione.

■ Tara: omaggio in immagini e colori
alla dea dell’amorevole beatitudine

Emblema della grazia e della leggiadria degli aspetti più elevati dell’energia femminile, Tara è una delle divinità più venerate del pantheon buddhista tibetano, ed esprime una natura tenera, delicata e gioiosa. Non solo è fonte di saggezza intuitiva e globale, ma è rapida, intrepida e intensamente compassionevole nell’agire, prendendosi cura d’ogni essere come una madre del proprio unico figlio. I suoi doni? Insegna lo sviluppo della motivazione altruistica, affranca da paure ed emozioni negative, accelera il progresso e la trasformazione spirituali, infonde pace e completezza interiori. Scopriremo le rap-presentazioni iconografiche, gli attributi simbolici e le qualità ener-getiche delle principali forme di Tara bianca e Tara verde.

L’arcobaleno delle manifestazioni
della dea Tara

In quanto entità buddhica, Tara genera un variegato ventaglio d’ema-nazioni di differente colore: la sua è una vibrazione multiforme, spie-ga un antico inno di Sarvajñamitra, e irradia molteplici gradazioni cromatiche ed energetiche, come un limpidissimo cristallo di rocca trafitto da un raggio di sole. Appartenenti a un testo tantrico in lingua sanscrita poi tradotto in tibetano, le Ventun lodi a Tara costituiscono appunto un poetico e affascinante omaggio alle varie manifestazioni di Tara, ognuna delle quali corrisponde a una particolare risorsa salvifica e tonalità mistica della dea dell’amorevole beatitudine. Col supporto di numerosi testi antichi e d’una ricca documentazione visiva, scopriremo le rappresentazioni iconografiche, gli attributi simbolici e le qualità spirituali delle forme di Tara cantate nelle Lodi.

■ Avalokiteshvara, il Buddha della compassione

Raffigurato come un giovane principe dal volto delicato e bellissimo, Avalokiteshvara (tib. Cenresig) è il Bodhisattva trascendente più po-polare nell’ambito del Buddhismo Mahayana, e il più venerato in Tibet. Nell’etimologia del suo nome, “il Signore che dall’alto rivolge lo sguardo verso il basso”, è racchiuso il segreto del suo cuore, mirabile tesoro di compassione. Con i suoi occhi, Avalokiteshvara irradia infatti un’energia intensamente empatica e amorevole, e si prodiga senza posa per alleviare le sofferenze degli esseri dei reami samsarici. Meditare su questa divinità (un Bodhisattva del decimo stadio, e quindi un Buddha) aiuta a sviluppare un cuore gentile e il sentimento del puro altruismo.

■ Manjushri, il Buddha della saggezza

Il Bodhisattva trascendente Manjushri personifica non solo l’infinita saggezza di tutti i Buddha, ma anche la loro delizia estatica e il loro sorriso supremamente gioioso. Signore della parola e della sapienza, infonde ispirazione negli studi spirituali. La sua mente, oceano d’onniscienza, è sfolgorante come il sole, e la sua voce incantevole e melodiosa proclama la vacuità risonando sino ai confini dello spazio. Nei Tantra, ha come consorte mistica Sarasvati, dea della musica, della poesia, del genio artistico e dell’intuizione divina.

 Sarasvati, la dea della sapienza,
dei mantra e delle arti

Venerata sia nell’induismo sia nel buddhismo mahayana, Sarasvati è la dea della sapienza, dei mantra e delle arti, specie acustiche, colei che governa il genio musicale, l’ispirazione poetica e creativa e l’intuizione divina. Le mille corde del suo liuto di lapislazzuli, sor-genti di tutte le tonalità sonore e degli archetipi della bellezza, pervadono l’universo d’eteree melodie. Dai lunghi capelli neri ina-nellati, dall’ondeggiare degli orecchini d’oro, dai campanellini tin-tinnanti ai polsi fluiscono le onde cristalline della parola sacra e dei ritmi. Omaggio a te, che generi meraviglia negli esseri!

■ Introduzione al canto dei mantra

La pratica del canto sacro e dei mantra genera beatitudine e armonizza profondamente le vibrazioni psicofisiche. La voce è uno strumento meraviglioso insito nel nostro corpo e può donare a tutti grande gioia spirituale, se adeguatamente sviluppata ed esercitata.
Sono oggetto degli incontri mantra del buddhismo indo-tibetano e versi di poemi buddhisti in sanscrito o tibetano, musicati con sonorità tradizionali. Ogni trimestre vengono presentati canti differenti, dando particolare attenzione all’impostazione vocale (intonazione, corretta emissione).

■ La via della completezza interiore

Le energie maschili e femminili
nel simbolismo tantrico

Nel buddhismo tantrico indo-tibetano, ha grande rilievo la diade maschile/femminile, e la fusione di queste due polarità consente di pervenire all’unità indivisa della mente risvegliata: una condizione ineffabile di luce, vacuità e beatitudine. I principali temi che affron-teremo: il vajra e la campana; i dischi solare e lunare; i lati destro e sinistro dei dipinti sacri (thang-ka); il mantra OM mani padme HUM; iconografie di divinità in unione.
Mettendo a confronto importanti divinità - pacifiche e irate - del pantheon buddhista tibetano, porremo in luce vari modelli d'espres-sione dell’energia femminile  illuminata. Essi offrono coinvolgenti spunti evolutivi alla donna e all’uomo contemporanei, nella direzione di un’armoniosa integrazione fra il maschile e il femminile e di una sempre maggiore gioiosità e completezza interiore. Non manche-ranno il supporto d’una ricca documentazione visiva e riferimenti al simbolismo esoterico occidentale.

■ Il loto, mistico fiore primordiale

Emblema della grazia femminile e della purezza divina, il loto co-stituisce un elemento chiave dell’iconografia sacra hindu e buddhi-sta. Associato alla rappresentazione dell’armonia cosmica e ad affa-scinanti miti che narrano l’origine dell’universo, presenta molte ana-logie col simbolismo della rosa, il fiore per eccellenza della tradizione occidentale.

■ Mandala, il sacro cerchio degli dèi

Aree consacrate atte a porre in comunicazione i mondi umano e di-vino, gli affascinanti diagrammi circolari dei mandala rappresentano mappe dei livelli del cosmo e della mente illuminata. Il loro impiego rituale si basa sull’idea dell’opera d’arte come tracciato o struttura da percorrere mediante la visualizzazione, come evocazione di un mon-do sottile da vivere con la partecipazione totale del proprio essere, nell’arco d’un entusiasmante itinerario spirituale. Nel corso dell’in-contro esploreremo il simbolismo delle varie tipologie di mandala del buddhismo tantrico.

Storia del buddhismo indo-tibetano

Straordinarie figure di santi estatici, raffinate speculazioni filosofiche, un pantheon ricchissimo e un vasto tesoro di simboli e leggende: in dieci incontri, ripercorreremo l’evolversi nei secoli del buddhismo indo-tibetano. Grazie al supporto d’una ricca documentazione visiva, entreremo in contatto anche a livello intuitivo e immaginativo con i concetti esposti. Principali temi trattati:

- Il buddhismo antico in India
- La sapienza e la compassione nel Mahayana
- Il buddhismo tantrico indo-tibetano
- Dalla stirpe dei re celesti con la corda d’arcobaleno
alla prima introduzione del buddhismo in Tibet
- Il grande maestro Padmasambhava e la Scuola antica
- Santi e mistiche del Paese delle Nevi
- La fondazione dei principali ordini monastici tibetani
- L’età dei Dalai Lama e la dottrina dei lama reincarnati (tulku)
- Vita monastica, feste e rituali
- L’invasione cinese e la diffusione del buddhismo
tibetano in occidente

■ Orizzonti di luce

Storia e concezioni del buddhismo indiano antico

“Procedono i cigni lungo la via del sole, procedono miracolosamente attraverso l’etereo spazio: procedono i saggi fuori dal mondo, dopo aver vinto Māra e le sue schiere” Dhammapada 13,9 (175)

Il buddhismo indiano antico è la matrice di tutte le altre tradizioni buddhiste. Ecco i principali temi che affronteremo: La biografia spirituale del Buddha: fra storia e leggenda. Le quattro nobili verità. Le dottrine del karma e del ‘non sé’. Il nirvana. La cosmologia. La letteratura canonica. Le scuole antiche. La vita dei monaci.

■ Introduzione al tibetano classico

Per entrare davvero a contatto con il pensiero degli antichi maestri del buddhismo tibetano è molto importante conoscere la lingua del Paese delle nevi. In più, saper tracciare le lettere dell’alfabeto tibetano rap-presenta una base preliminare indispensabile per il disegno e la vi-sualizzazione delle sacre sillabe mantriche. Il corso non richiede al-cuna conoscenza preliminare dell’argomento. Si soffermerà con parti-colare attenzione sulla terminologia mistico-religiosa, ma darà spazio anche al registro colloquiale. Programma: alfabeto e traslitterazione; fonologia e morfologia; le strutture sintattiche di base. Allo studio teorico e grammaticale si affiancheranno momenti ludico-esperien-ziali di disegno e canto di sillabe-seme e mantra. Si possono studiare formule collettive o individuali (anche via Skype).

■ Leggende e prodigi dei maestri tantrici
I Mahasiddha

Calzolai e sarti, pescatori e lavandai, ma anche principesse e grandi eruditi: enigmatiche figure di santi estatici itineranti, i Siddha (‘realizzati’) vivevano al di fuori delle comunità monastiche, nell’In-dia del IX-XI secolo. Liberi dalle convenzioni sociali e ispirati da una ‘pazza saggezza’, trasmettevano instancabilmente le istruzioni segrete per ottenere l’illuminazione in una sola vita. I loro insegnamenti pro-fondi e diretti generano fede ed entusiasmo per la pratica spirituale.

■ La vita di Marpa il traduttore

Grande maestro tantrico tibetano vissuto nell’XI secolo, Marpa lotsava fu uno dei padri spirituali della scuola kagyü. Portò dall’India nella sua terra e tradusse dal sanscrito numerosi testi, ed è ricordato soprattutto per le ardue prove cui sottopose Milarepa, suo allievo prediletto. Costellata di sogni profetici, rivelazioni iniziatiche e pro-digiose visioni, la sua biografia offre un quadro suggestivo e pitto-resco del buddhismo tibetano antico, oltre a descrivere in pagine ispi-rate il rapporto fra maestro e discepolo.

La vita del Buddha:
un sublime racconto d’illuminazione

Negli episodi della vita del Buddha Shakyamuni narrati nei testi canonici indiani e cinesi rivestono un ruolo chiave l’elemento del meraviglioso e lo slancio poetico/devozionale. Nel corso dell’incon-tro, decifreremo la fitta trama di simboli mistici sottesa alle sugge-stive leggende tramandate sul Beato. Principali temi trattati:

- Il principe Siddhartha e il suo cammino verso l’illuminazione
- Il primo sermone a Benares e l’inizio della diffusione del Dharma
- La predicazione del Risvegliato e la sua liberazione finale
- Le immagini del Buddha e il loro significato simbolico
- “La ghirlanda delle nascite”: le vite anteriori del Buddha

Metafore associate all’amore materno
e pratiche spirituali relative ai figli
nel Paese delle Nevi

Nel buddhismo indo-tibetano, la compassione dei bodhisattva per tutti gli esseri senzienti è assimilata all’amore d’una madre verso il proprio unico figlio, inteso come modello di dedizione altruistica. 
Nella tradizione tibetana, vengono vissute con consapevolezza spirituale da parte dei genitori non solo l’infanzia del piccolo ma anche le fasi dal pre-concepimento al termine della gestazione. In tali periodi i futuri padre e madre ricorrono a pratiche di purificazione fisica ed energetica e considerano con attenzione il presentarsi di sogni rivelatori, preannuncianti qualità e destino del bimbo in arrivo. Subito dopo il primo respiro, inoltre, il padre disegna sulla lingua del neonato, con acqua profumata di zafferano, la sillaba seme di Mañjuśrī, il bodhisattva della sapienza: gli infonderà così intelligenza ed eloquenza…

Fra induismo e buddhismo:
il volto estatico della Dea

Un coloratissimo viaggio nei segreti di antiche tradizioni relative al divino femminile. Esploreremo vivide metafore e potenti icone simboliche custodite nei testi mistici hindu e buddhisti, poi i ritmi incantati della musica ci condurranno alla radice della loro contemplazione.

■ Fra mistici loti e incantate atmosfere silvane

I motivi floreali e vegetali nelle rappresentazioni indo-tibetane della dea buddhista Tara.

■ Le molteplici dimensioni della rinascita

La legge del karma nel buddhismo indo-tibetano - Il simbolismo iconografico della ‘Ruota della vita’.

■ Sete celestiali e monili delle divinità
del buddhismo indo-tibetano

Nelle raffigurazioni  delle divinità del buddhismo indo-tibetano, hanno grande rilievo simbolico le vesti e gli ornamenti, la cui tipologia e presenza variano secondo che si tratti di deità pacifiche o terrifiche, mondane o illuminate. In particolare, i Buddha del  Sam-bhogakaya indossano fulgidi gioielli e sono drappeggiati in vesti principesche di sete celestiali,  soavemente fluttuanti e festosamente iridate, oppure disseminate di raffinati grafismi dorati…

«LA SACRA SCIENZA DEI SIMBOLI»

■ La ghirlanda dei colori dionisiaci

Colori in festa, colori inebrianti: emblemi di livelli spirituali e qualità divine, induttori dell’estasi, veicoli di sublimi emozioni estetiche. Un’intensa full immersion nel magico mondo degli archetipi croma-tici, alla scoperta delle nuance che catalizzano la nostra creatività, gioia di vivere e ispirazione artistica.
Vere e proprie onde d’energia dalla radice celeste (in quanto collegati ai pianeti), i colori sono utilizzati in tutte le tradizioni mistiche per definire stadi del divino, oppure per stimolare la sfera sensoriale in-ducendo l’estasi. Nel seminario, esploreremo le valenze estetiche, terapeutiche, simboliche e meditative delle tonalità dell’iride e delle loro principali sfumature. Scopriremo così ad esempio il differente potere evocativo del lilla, del violetto e delle gradazioni ametista e melanzana. Analizzeremo inoltre i colori associati:
- alle cinque saggezze dei “Buddha della meditazione”
- alle dieci dimensioni energetiche dell’Albero della vita cabbalistico (sefirot).
Sono previsti anche momenti ludici ed esperienziali: in particolare, al termine dell’incontro, i partecipanti costruiranno la propria ‘ghirlanda dei colori’, ed entreranno in un grande mandala cromatico, in cui interiorizzare con visualizzazioni e meditazioni le energie del colore prescelto.

■ La via del profumo

Gli angeli effondono aromi soavissimi, allorché si manifestano, e si narra che fragranze celestiali aleggino nell’Eden intorno all’albero della vita. Analogamente, in India e in Tibet, si ritiene segno della realizzazione spirituale dei grandi maestri l’emanare un aroma di loto o incenso. In più, secondo il Sutra del loto, i bodhisattva trascendenti sanno riconoscere persino gli odori dei pensieri degli uomini, nonché i profumi delle divinità e dei loro palazzi celesti. In tutte le tradizioni antiche, l’energia eterea del profumo è il segno sensibile dell’irra-diarsi di vibrazioni superne, mentre gli incensi e aromi usati nei rituali hanno la funzione di stabilire connessioni con i mondi supe-riori e di favorire elevati stati meditativi o sogni profetici. Il seminario si rivolge a coloro che lavorano sui simboli, sul mito e sulle più deli-cate esperienze estetiche ed emotive.